The Rise and Fall of Ziggy Stardust and the Spiders from Mars 50 anni dopo

Piazza G. Giusti - Monsummano Terme (PT)
mercoledì 15 giugno 2022 | 21:00
BOWIE 2022_OK

Comune di Monsummano Terme e Officine della Cultura

L’uomo che cadde su Monsummano Terme – David Bowie 2022

Concerto

The Rise and Fall of Ziggy Stardust and the Spider from Mars – 50 anni dopo

Orchestra Multietnica di Arezzo diretta da Enrico Fink

con
Finaz e Nuto della Bandabardò
Paolo Benvegnù
Andrea Chimenti
Dana Gillespie
Modena City Ramblers
Piqued Jacks

con la partecipazione della compagnia di danza
Motus

produzione Officine della Cultura e Motus
con il contributo di Regione Toscana e Ministero dello Spettacolo

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primo settore posti seduti € 20,00
secondo settore posti seduti € 15,00

I biglietti saranno in vendita su www.ticketone.it e presso il circuito BoxOfficeToscana da venerdì 6 maggio
Ulteriori informazioni presso Officine della Cultura: tel. 0575 27961 e 338 8431111 – biglietteria@officinedellacultura

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The Rise and Fall of Ziggy Stardust and The Spiders from Mars (1972)
Il capolavoro compie 50 anni
Concept album atipico che si inserisce nel filone del glam rock che tanta fortuna stava avendo. Sono gli anni dei Roxy Music e di Transformer di Lou Reed e al rock piace travestirsi, trasformarsi, diventare altro rispetto all’autore, diventare alieno: e così, Bowie crea questa figura, Ziggy Stardust, un ragazzo che, grazie all’aiuto degli alieni, diviene l’ultima rockstar prima della sua caduta e dell’apocalisse che distrugge l’umanità. Una cornice narrativa che contiene, in sé, tutti i nuclei tematici e musicali del Bowie che era e del Bowie che sarebbe stato. Romantico e voluttuoso, ambiguo e sfrontato, “extraterrestre”, e quindi libero dai tabù sessuali che incatenano l’umanità, Ziggy polvere di stelle è la quin-tessenza dello spirito glam. In lui convivono passato e futuro: figlio dell’aura decadente del cabaret mitteleuropeo an-teguerra, è proteso nello slancio avvenirista dell'”Arancia Meccanica” di Kubrick (1971), le cui note iniziali apriranno gli show dello Ziggy Stardust Tour. È la maschera che incorpora tutti gli stereotipi del rock filtrati attraverso la lente grotte-sca del glam.
Ziggy Stardust si trova al 35º posto nella lista dei 500 migliori album della rivista Rolling Stone e al 23º posto in quella di New Musical Express. Nel 2006 il Time lo ha incluso tra i migliori 100 album di tutti i tempi.

Enrico Fink (Direttore dell’Orchestra Multietnica di Arezzo)
Arrangiare David Bowie per l’Orchestra Multietnica mi fa quello stesso effetto di straniamento che dava Roberto Beni-gni quando diceva di sentirsi l’Anna Magnani svizzera, piuttosto che il Woody Allen italiano. Insomma, mettere insieme due cose molto lontane. I brani di Bowie sono dei monumenti e verrebbe voglia più che altro di lasciarli stare così co-me sono: ogni variazione è un piccolo sacrilegio. Oppure verrebbe voglia di fare, a questo punto, proprio tutta un’altra cosa: di scrivere con totale libertà e creatività, stravolgere. Ma poi ti viene in mente che quello che faremo con il pub-blico è un rito, anche se un rito civile e non religioso: ma un rito che un po’ del sacrale ce l’ha, nel senso antico del ter-mine. E insieme, musicisti e ascoltatori, celebreremo l’amore per queste composizioni che sono davvero immortali e che non sarebbe giusto rendere irriconoscibili. Per cui arrangiare David Bowie per l’OMA si è rivelato un esercizio di equilibrio fra rispetto e reinvenzione, come camminare su un filo sottile. Speriamo di non cadere, e di divertirci parec-chio.

FinazBandabardò
Bowie è l’artista che è riuscito per più di 50 anni a produrre canzoni e dischi sempre diversi… ha usato molteplici lin-guaggi e li ha impiegati sempre nel modo migliore. Raramente anche tra i più grandi siamo stati in presenza di un si-mile fenomeno. La sua influenza va dalla musica al look al Costume… un alieno geniale al punto di creare un perso-naggio e un disco/opera incredibili e magnifici: The rise and fall of Ziggy Stardust and the Spiders from Mars e uno dei dischi da portare su un’ isola deserta.

Modena City Ramblers
Il duca Bianco non ha rappresentato per così dire un “faro nella notte” nella storia musicale dei Ramblers, specie quelli degli esordi, quando cercavamo di tirare fuori note dai Tin Whistles e dall’Irish bouzuki. Ma è un artista nei confronti del quale nutriamo un grandissimo rispetto, un artista che ha lasciato la terra donandoci un ultimo capolavoro. Siamo davvero felici di partecipare a questa kermesse assieme a tanti artisti che stimiamo ed affrontare del materiale musica-le che esula dalla nostra, per così dire, “comfort zone”.

Piqued Jacks
David Bowie lo abbiamo conosciuto in casa, quando i nostri genitori lo facevano suonare con gli altri grandi classici della loro generazione. Una figura mitica, come quella nel film “Almost Famous” di Cameron Crowe, che non si vede mai in faccia. Sempre difficile da mettere a fuoco, da collocare, sempre mille artisti diversi in uno e noi, che nel nostro piccolo siamo sempre abbastanza allergici alle definizioni, non potevamo lasciarci sfuggire questa eccitante sfida di confrontarsi con lui.

Paolo Benvegnù
Contemporaneamente padre astrofisico e figlia aliena, ma anche mimo perfetto e voce del mondo. E inoltre detective, assassino, venditore, compratore, necessario e superfluo, verticale e orizzontale, contemporaneamente. E Post-Contemporaneamente un Essere libero. Impegnato a tracciare ciò che è ancora Insuperato.
Ah, dimenticavo. Così britannico, ma anche, per poche ore, Monsummanese.
Si può chiedere di più ad una forma vivente?

Dana Gillespie
David era il mio migliore amico… Ed è stato anche il mio primo fidanzato… Mi accompagnava sempre a casa da scuo-la. Era un uomo affascinante e già completamente immerso nella sua musica. Ricordo un episodio del momento in cui scrisse “Space Oddity” (1969). Mi telefonò entusiasta e mi disse: “Ho appena scritto una canzone!”. Dopo mezz’ora era a casa mia, ed io ebbi il privilegio di ascoltare per prima quel capolavoro. Ho cantato con lui, viaggiato con lui ed ha anche scritto una canzone per me: Andy Warhol. Sono onorata che Bowie l’abbia scritta per me, ma a tutt’oggi non ho la minima idea del perché l’abbia fatto!